La vita di un giornalista è fatta di incontri. Con uomini e donne che il pubblico vuole conoscere ma anche con miti, leggende, fantasie. Appuntamenti professionali, colloqui, interviste, ri-
cerche sono trasmessi quotidianamente al lettore ma parte di essi – è inevitabile – rimangono nella testa e nella memoria di chi scrive, e ne formano la personalità, ne determinano scelte e gusti. Se quegli incontri informano chi legge, formano chi scrive.
Aldo Garzia, con questo libro, compie un’azione singolare e inusuale. Regala al lettore quel che di quegli incontri è rimasto nella testa e nel cuore. Rivela quel che era solo suo e che finora, per riservatezza, pudore, o per il limite che il ruolo del giornalista pone, non ha raccontato. Leggendo queste pagine supererete il palcoscenico – il rapporto giornalista/lettore – e andrete dietro le quinte. Fuori di metafora, conoscerete gli umori, i sentimenti, le curiosità anche di chi ha scritto.
Nostalgia? Sicuramente, anche nostalgia, ma questa non fa velo sull’analisi, sulla descrizione dei personaggi e delle situazioni, sull’osservazione dei caratteri e persino dei dettagli.
Aldo racconta ma non giudica e, quando lo fa, la sua è una critica misurata, affettuosa. Chi ha scritto le pagine che seguono è rimasto da una parte. “Di” una parte.